Come spesso mi capita, l’argomento per un articolo nasce dai discorsi e dalle perplessità di amici e conoscenti. In questo caso vi voglio parlare della pubblicità, stranamente precisa, che appare sui vari siti e social.

Facciamo un passo indietro e capiamo come funziona, in generale, la pubblicità sul web.
Essenzialmente si basa su due principi:

  • Annunci statici sponsorizzati
  • Pubblicità adattata ai gusti del singolo utente

Se il primo caso non desta particolari preoccupazioni visto che è l’equivalente digitale di un cartellone pubblicitario, il secondo più creare qualche grattacapo e far nascere teorie complottiste infondate.

A quanti è capitato di parlare con qualcuno o pensare ad un oggetto senza ricercarlo e poi, magicamente, trovare una pubblicità stranamente attinente?

Più o meno a tutti, come del resto ritrovare pubblicità di prodotti che mai acquistereste.

Quindi come può tale sistema essere così preciso e fallace allo stesso tempo?

La spiegazione non è propriamente immediata ma non pensiate che il vostro telefono o computer vi stia ascoltando in continuazione.

Fermiamoci un istante però: se pronuncio un comando come “Hey Siri” o “Hey Google” il dispositivo si risveglierà istantaneamente attivando l’assistente vocale.

Quindi sì, il nostro smartphone ci ascolta ma è un ascolto particolare: il software è strutturato in modo tale da rimanere in attesa di una frase preimpostata (come i due esempi di cui sopra) e funziona anche offline mentre per rispondere alle successive richieste necessita di una connessione a internet. Se il telefono fosse costantemente in ascolto e analizzasse ogni nostra frase, a fini di controllo o marketing, il consumo della batteria sarebbe veramente importante come quello del traffico dati. Ciò, ovviamente, non accade (anche perché lesivo della privacy).

Appurato che il grande fratello non è così impiccione come molti credono, cerchiamo di capire come funzionano realmente le pubblicità e la raccolta dei dati per renderle interessanti.
Generalmente le persone mantengono attivate le opzioni di localizzazione dei loro dispositivi e danno il proprio consenso all’uso di tale posizione anche al browser e a molte app. In questo modo tutto ciò che noi facciamo sui nostri smartphone/tablet/computer risulta riferito ad una determinata posizione geografica.
In generale, in aggiunta, viene assunto dalle aziende il fatto che se due o più persone condividono uno stesso spazio molto a lungo (come nel caso di familiari o colleghi) esse possano avere interessi in comune e quindi per questo motivo ci vengono proposte pubblicità di oggetti che potrebbero interessare ai nostri colleghi più che a noi.

Questo approccio, tuttavia, spiega solo in parte il fenomeno.

Analizzando più a fondo la questione dobbiamo considerare i cookie e le nostre reazioni ai post sui social (come i like), le pagine che seguiamo e i video che guardiamo su YouTube. Ogni nostro comportamento online viene tracciato e processato da sofisticati algoritmi che tengono anche conto della frequenza con cui noi accediamo a determinati tipi di contenuti: se effettueremo una ricerca una tantum non troveremo, molto probabilmente, alcuna pubblicità mirata mentre, specie nel caso di hobby o lavoro, qualora le interrogazioni dei database (le ricerche) risultino diffuse su un medesimo argomento allora otterremo dei banner estremamente pertinenti.

Ecco quindi svelato l’arcano: volendo o meno siamo costantemente tracciati ma non sono i produttori a farlo a nostra insaputa bensì noi a consentire al web tale comportamento. Il fatto che moltissime persone si meraviglino di ciò deriva dal fatto che, in genere, non vengono lette le pagine informative contenute nei siti o nelle App che usiamo e i contratti sono accettati “sulla fiducia”.

Esistono dei modi per ovviare a questi “problemi”? Certamente!
Innanzitutto disattivate la localizzazione quando non vi serve (guadagnerete anche autonomia), cancellate la cronologia di navigazione ed i cookie spesso e, infine, utilizzate delle VPN come filtro per le vostre connessioni.

Già adottando questi tre semplici accorgimenti potrete notare dei grossi benefici nel breve termine ma non dovete comunque preoccuparvi troppo qualora continuaste a trovare inserzioni sospette: se utilizzate applicazioni social tutto questo potrebbe risultare comunque vano.

Rimane un fatto da considerare: tenendo conto che tutti noi, per passione o per lavoro, acquistiamo beni e servizi non è meglio ottenere pubblicità principalmente di prodotti che potrebbero esserci utili ma che non conosciamo o offerte che non abbiamo ancora visto?