Per poter parlare della rincorsa alla risoluzione più alta possibile va data la definizione di risoluzione: per risoluzione si intende il numero di pixel che ci sono in uno schermo ed è dato dalla moltiplicazione dei pixel verticali per quelli orizzontali.

Prendiamo la risoluzione più comune ed ormai standard: il Full HD ovvero uno schermo con 1920 punti in orizzontale e 1080 in verticale per un totale pari a 2,0736 milioni di pixel.

Questo numero enorme di punti deve essere gestito da una scheda grafica e comporta un carico più o meno alto in base alla velocità con cui questi pixel devono cambiare e alla complessità delle texture visualizzate, sicchè visualizzare lo sfondo del desktop comporterà un carico di lavoro per la scheda video irrisorio mentre giocare in Full HD con tutti i dettagli al massimo inizierà ad essere un impegno maggiore per il processore grafico (dipende poi dalla scheda video usata, ovviamente).

Ora che tutti abbiamo lo stesso concetto di risoluzione sfatiamo il primo mito: maggiore è la risoluzione e migliore sarà lo schermo.

Nulla di più falso!
La risoluzione, infatti, è solo uno dei tantissimi parametri di cui tenere conto nella scelta di un monitor per valutarne la qualità e l’utilità per le nostre esigenze.

Vediamo, quindi, di capire insieme quali sono i punti da analizzare in questa scelta e a quali dare la precedenza.

Piccola nota: questo è un discorso generale e non specifico per il campo di utilizzo o legato a singoli prodotti.

 Il primo punto da considerare è la dimensione del monitor in relazione allo spazio a disposizione e alla distanza da cui lo guarderemo tenendo conto che per una visione ottimale dovremmo avere nel nostro campo visivo l’intero schermo senza muovere la testa.

Scelta la dimensione del monitor bisogna pensare a che utilizzo farne visto che in base ad esso ci sono varie tecnologie per la realizzazione degli dei pannelli quali TN, IPS, VA e Oled, tutte con pro e contro.

Facciamo ora finta, visto che questa non è una guida all’acquisto, di aver stabilito la tipologia di pannello in base all’uso.

Ora la scrematura del monitor ideale dovrebbe passare per la capacità del pannello di visualizzare quanti più colori possibili in base al nostro impiego ma, come detto nel punto precedente, faremo finta di aver scelto anche questo.

Finalmente siamo arrivati alla fatidica risoluzione, un punto che rimane comunque molto importante per favorire una migliore visione dei contenuti o un maggior numero simultaneo degli stessi.

Quale risoluzione preferire, tuttavia, è una domanda la cui risposta non risulta scontata.

All’inizio di questo articolo abbiamo visto come la prima cosa da valutare in un monitor sia la sua dimensione e la distanza da cui andremo a vederlo.

Tale parametro influisce sulla scelta della risoluzione più adatta.

Secondo la mia esperienza, più che la pura risoluzione, va valutata la densità di pixel per pollice (ppi) che deve essere, nei monitor desktop, pari o di poco superiore ai 105/110ppi.

Purtroppo negli anni, a partire dal 2010, Apple ha spinto molto sul fronte risoluzione introducendo una parola nell’uso comune per definire i pannelli molto risoluti ovvero Retina.

Nel 2010, con l’introduzione dell’iPhone 4, abbiamo per la prima volta avuto in mano uno smartphone il cui display, con una densità pari a 320ppi, rendeva impossibile la visione dei pixel dalla normale distanza d’uso e non solo.

L’intento dell’azienda californiana fu quello di garantire una visione pari a quella dell’occhio umano con un foglio di carta nella visualizzazione di uno schermo.

Il mondo, tuttavia, ha mal interpretato tale necessità ed è iniziata la corsa a risoluzioni assolutamente inutili visto che un monitor di un qualunque computer, specie desktop, non verrà mai guardato dalla stessa distanza con cui guardiamo lo schermo dello smartphone.

Ecco quindi che ricercare una densità simile a quella degli schermi retina è completamente inutile se tale parametro deve mettere in secondo piano gli altri.

Volendo stabilire una relazione tra la diagonale dello schermo e la risoluzione potremmo dire che fino ai 24” il Full HD (ossia 1920×1080) sia più che sufficiente, dai 25 ai 30” il QHD (erroneamente chiamata 2K, ossia 2560×1440 pixel) e oltre tale soglia l’UHD, quello che commercialmente viene chiamato 4K anche se il vero 4K avrebbe una risoluzione pari a 4096×2160 pixel mentre l’UHD (quello che troviamo nei monitor e nelle TV) ha 3840×2160 pixel.

Il discorso è un po’ diverso nel caso dei portatili o dei tablet dove la distanza di visione si riduce non solo per la diagonale dello schermo ma anche per il metodo di interazione, infatti un notebook ha la tastiera molto vicina allo schermo e un tablet viene usato ad una distanza che sta tra quella del notebook e quella di uno smartphone dal nostro occhi.

Mi immagino il pensiero di molti in questo momento: le TV ed i Monitor UHD hanno un’immagine migliore, nulla di ciò che scrivi è vero!
Vi pongo, in questo caso, di fronte ad una domanda: avete mai messo a confronto ravvicinato due pannelli con la medesima tecnologia e differente risoluzione riproducendo un contenuto alla massima risoluzione per entrambi e guardandoli dalla corretta distanza di visione? Se non lo avete fatto provateci e noterete che, qualora entrambi i pannelli siano di alta qualità, le differenze non saranno così marcate da farvi gridare al miracolo.

Discorso diverso, invece, se gli schermi sono di fascia bassa.

In questo caso i pannelli mediocri e meno risoluti faranno sembrare l’immagine piatta, poco definita e, a conti fatti, brutta mentre quelli con una risoluzione più alta restituiranno un’immagine migliore.

A questo punto confrontate i prezzi di listino dei due prodotti.

Molto probabilmente scoprirete, nel caso dei monitor desktop, quello Full HD avrà un prezzo intorno ai 100€ mentre quello UHD costerà circa il triplo.

Ultima prova: prendete due monitor di pari prezzo, pari dimensione e risoluzione diversa.

Con grandissima probabilità, salvo eccezioni che onestamente non ho mai visto, quello meno risoluto avrà una qualità enormemente superiore e sarà quello da preferire.

Proprio a tal proposito vi consiglio di andare a prendere una soluzione professionale come quella che uso io, un Dell UP2516D (un 2560x1440pixel che di listino costa intorno agli 8/900€) e confrontarlo con un monitor di pari listino 4K.

Anche in questa fascia di prezzo le differenze le noterete se avete un occhio abbastanza allenato.

Tirando un po’ le somme sull’argomento si può riassumere il tutto con una frase: preferire la qualità alla quantità, ovvero scegliete sempre un pannello della massima qualità possibile per il vostro budget a discapito di risoluzioni che risulterebbero completamente inutili visto che è la qualità del pannello a garantire un lavoro corretto con le immagini o il non affaticamento della vista e non la risoluzione fine a se stessa.

Prima la salute, poi la qualità e solo in ultima analisi le gare a chi ha più pixel.