Tra i fotografi professionisti e quelli amatoriali sono davvero in moltissimi ad utilizzare Lightroom per la gestione delle loro foto, l’archiviazione e lo sviluppo dei Raw ma davvero tutti sfruttano le potenzialità di questo programma al massimo al giorno d’oggi?

Quanto segue è frutto della mia esperienza e del mio modo di lavorare tenendo presente che utilizzo più computer, sia Mac che Windows, e mi trovo a dover editare le mie foto in vari momenti della giornata e quindi non sempre a casa.

Partiamo da un presupposto: Lightroom lavora sui file ma crea un insieme di modifiche all’immagine senza andare ad alterare in nessun modo il file originale e costringere l’utente ad esportarlo qualora non ne abbia l’immediata necessità.

Per la post produzione molti usano l’accoppiata Photoshop + Camera Raw e, a fine lavoro, sono costretti ad esportare il file tenendo conto del peso che esso andrà ad avere, della sua qualità e della funzione.

Mi spiego meglio con un paio di esempi: se la mia foto deve essere pubblicata sul Web, magari in un sito come allegato di un articolo, il suo peso non potrà essere troppo elevato come, del resto, la sua qualità tenendo conto del supporto su cui mediamente gli utenti andranno a fruire del contenuto.

Ecco quindi che mi troverò un file leggero, ad una risoluzione ridotta rispetto all’originale e con una perdita di qualità e dettaglio che può rivelarsi importante.

Prendiamo ora il caso che un utente, vedendo la mia foto, voglia averla per stamparla in grande formato.

Se non mi sono preoccupato di salvare il PSD a fine lavoro dovrò rieditare completamente il Raw perdendo così molto tempo e senza la certezza di ottenere l’esatto risultato.

Ovviamente questa problematica si ovvierebbe conservando, oltre al Raw, anche il PSD ed il file esportato (generalmente un Jpeg) ma il peso totale della libreria e la sua gestione diventerebbe molto complessa.

Lightroom non richiede tutto questo visto che lavora sul Raw e mi fa esportare il file alla risoluzione e qualità desiderata senza dovermi curare di salvare e poi conservare il file editato.

Ecco il primo punto: usare Photoshop come ausilio di Lightroom facendo confluire in quest’ultimo tutto il flusso di lavoro.

Ora però rimane il problema dell’archiviazione dei file e del backup degli stessi.

La soluzione che ho trovato è quella di utilizzare un SSD esterno da 500GB piccolo e compatto come libreria di lavoro formattandolo in ExFat in modo tale da renderlo compatibile sia con Mac OS che con Windows.

Se usate solo un sistema operativo e non ritenete di aver mai bisogno di collegare la vostra libreria ad un computer con un diverso OS potete liberamente scegliere il file system che preferite.

Ora avrete un disco esterno su cui lavorare senza appesantire inutilmente quello interno del vostro computer.

Una piccola considerazione in merito va, a mio avviso, fatta visto che le opzioni per la scelta della propria macchina da lavoro sono molteplici.

Iniziamo con l’ambiente Windows, quello meno limitato dalle funzioni del sistema operativo e più variegato nelle configurazioni.

Se avete uno studio o una postazione fissa ma vi trovate spesso a dover o voler editare altrove sarete costretti a dover scegliere tra due soluzioni quali una workstation portatile collegata ad un monitor o l’accoppiata PC fisso + portatile.

I costi fondamentalmente saranno simili a parità di performance ma, onestamente, consiglierei la seconda opzione poiché la ritengo più sicura, di qualità e durevole.

Un PC fisso con buone o ottime specifiche costa molto meno della sua controparte portatile, ha una gestione delle temperature migliore ed è aggiornabile negli anni.

Come contro non potrete usarlo in mobilità ma abbinare un 2 in 1 come un Surface Pro o un Ultrabook da 1/1.3kg da portare in giro sarà sicuramente più comodo che avere nello zaino un portatile da oltre 2kg con una batteria ridicola.

Lo so, esistono della alternative per ovviare a questo problema come gli MSI 15” appena presentati con processori fino all’i9 e schede video dedicate RTX di fascia alta e una batteria da 99.9Wh (il limite per il trasporto in aereo) ma i costi salgono e di molto (si parla di circa 2.5/3K €) e rimangono non aggiornabili e, confrontandoli con il Surface o altri 2 in 1 come gli X360 di HP o gli Yoga di Lenovo, non hanno l’opzione della penna che tornerebbe molto utile per chi è abituato a lavorare con una tavoletta grafica.

Ricordo, a scanso di equivoci, che il portatile in questo caso non deve avere altissime prestazioni visto che le fasi più complesse le farete, di norma, sul computer fisso.

Va poi tenuto in considerazione che un portatile può essere rubato più facilmente di un fisso (lo portate in una borsa o zaino, in macchina o sui mezzi pubblici) e che quindi averlo come unica soluzione vi poterebbe ad uno stop totale del lavoro in caso di furto o di rottura.

Ecco che torniamo al discorso dell’archiviazione: una soluzione esterna, magari ultra compatta come quella offerta da Samsung, SanDIsk o Lacie da tenere in tasca o nella giacca vi risolverebbe, almeno nella maggior parte di queste situazioni, ogni problema.

Nel caso, invece, preferiate lavorare in ambiente Mac OS il discorso diventa un po’ più complesso e sicuramente dispendioso (ma questo lo sapete già) in termini economici.

Una unica soluzione con un MacBook Pro 16” non la consiglio onestamente.

Sono ottime macchine ma le logiche prima descritte rimangono.

Piuttosto consiglierei un iMac 27” (più facile da espandere almeno per quanto riguarda la RAM) con un SSD al posto del Fusion Drive, quindi un sistema ibrido SSD + HD meccanico (in fondo archiviate esternamente i dati, perché perdere in velocità del sistema?), e un MacBook Pro 13 o un Air.

In questo caso consigliare un tablet è un po’ complesso perché se da un lato tutti i nuovi iPad offrono il supporto alla Pencil ed i Pro hanno anche schermi con spazio colore P3 (come i Mac quindi), è anche vero che non possono lavorare con la versione normale e non limitata di Lightroom, denominata Classic, ma devono accontentarsi di quella CC che lavora in cloud.

Nel caso di un iPad poi bisogna anche tenere conto di come scaricare i dati dalla macchina fotografica e del fatto che un HD non potrete usarlo per la libreria: Lightroom CC , come detto, permette la sincronizzazione via cloud e richiede, conseguentemente, una connessione ad internet.

Tutto questo comporterebbe qualche scocciatura di troppo, a mio avviso, per un uso puramente fotografico (diverso se fate altri lavori o avete altri hobby, in quel caso l’iPad è molto più flessibile delle “controparti” Windows).

Nota molto importante e che mi sento di fare a favore della doppia soluzione è che su moltissimi nuovi portatili di fascia alta e su tutti i MacBook il disco viene saldato sulla scheda logica e quindi, in caso di rottura del computer, sarà molto difficile (se non impossibile senza porte dedicate) andare a recuperare il vostro lavoro.

L’ennesimo valido motivo per optare per un supporto di archiviazione esterno!

Personalmente, a tal proposito, mi sono organizzato in questo modo: come detto uso un SSD da 500GB come libreria di Lightroom, un secondo SSD da 1TB per il backup dei Raw sciolti (archiviati per macchina fotografica, luogo e data), un terzo HD meccanico per il backup totale della libreria di Lightroom e iCloud per i Jpeg a massima risoluzione e qualità.

La scelta del secondo SSD per i soli Raw è dettata dal voler essere operativo, nel caso di rottura di quello di lavoro, nel minor tempo possibile e riducendo al minimo il tempo di trasferimento.

In questo caso ho optato per un SSD Samsung 860 Pro da 1TB di tipo Sata 3 in case USB-3 normalissimo.

Il terzo HD, quello di Backup, è in questo caso meccanico visto che, ovviamente con costi alti, più facile recuperare i dati.

Essendo poi tenuto a casa le possibilità di rotture da caduta si riducono moltissimo e per il suo funzionamento è meno soggetto a rotture per sbalzi di tensione, disconnessioni senza espulsione o altri eventi simili e, ultimo ma non per importanza, visto che il backup deve contenere tutti i dati di anni e anni di foto ha costi irrisori a parità di memoria se confrontato con un SSD.

Ricapitolando i miei consigli sono:

  1. Lightroom Classic e Photoshop solo a supporto;
  2. Abbinare un portatile ad un fisso anziché solo un portatile molto potente;
  3. Archiviazione esterna della libreria su SSD;
  4. Preferire un disco meccanico agli SSD.

Per maggiori informazioni sui supporto di archiviazione vi rimando all’articolo già pubblicato in merito Quale hard disk scegliere.

Vi rimando a queste guide per la scelta dei computer e tablet che consiglio per lo sviluppo fotografico e non solo:
Quale PC Windows per la fotografia?
Quali Mac e iPad scegliere per la fotografia?