Prima che tutti pensiate che la risposta corretta sia no e che non lo è mai permettetemi una precisazione: scaricare illegalmente qualcosa non è mai corretto ma le aziende si sono mosse molto negli ultimi anni su questo fronte facendo diventare questo fenomeno molto meno comprensibile che mai.

Alzi la mano chi non ha mai scaricato almeno un brano di musica da torrent o da YouTube, un software come Photoshop o un film illegalmente.
Bene, direi che praticamente chiunque lo ha fatto almeno una volta, vuoi per provare il programma che non dispone di una versione di prova o perché il CD non è arrivato al day one ma lo si vuole sentire comunque.
Se si facesse un salto indietro di circa 18 anni e si guardasse nel computer di un qualunque ragazzo e/o persona leggermente avvezza alla tecnologia si troverebbe in background il caro e vecchio Emule, il più famoso programma per il download di contenuti tramite la condivisione P2P.
All’epoca la musica si acquistava in digitale (vedi iTunes dal 2003) o in CD, i film si noleggiavano in videoteca o si compravano, i programmi professionali per gli appassionati avevano costi proibitivi e ad ogni aggiornamento bisognava pagare per l’upgrade e, se non lo si faceva per ogni versione, bisognava comprare gli aggiornamenti intermedi o direttamente tutto il programma in parecchi casi.
Si pensi agli studenti che magari dovevano usare software come AutoCAD o la suite Adobe: i costi per le famiglie sarebbero stati proibitivi e così o si usava il programma solo a scuola o lo si scaricava illegalmente.

Bei tempi andati onestamente, le connessioni erano lente e passavano giorni solo per scaricare un album o un film per poi scoprire che il contenuto tanto desiderato non corrispondesse esattamente a quello ricercato.

Erano gli anni della pazienza informatica ma anche gli anni in cui le persone non si inventavano un mestiere dal nulla come fotografi o designer o grafici perché i programmi, per averli in regola in caso di controlli, costavano centinaia o migliaia di euro.

Negli ultimi anni tutto è cambiato tuttavia.

Qualche esempio?
Apple da circa 8 anni non fa pagare più gli aggiornamenti del sistema operativo, Microsoft ha reso possibile riciclare i product key di Windows 7/8 per riscattare l’equivalente versione di 10, AutoCAD è disponibile con licenza temporanea (ma completa) in versione studente per chi va a scuola e deve fare disegno tecnico e i software in generale si possono provare scaricandoli dal sito del produttore per capirne le potenzialità o iniziare a prenderci la mano, cosa impossibile quando il software era prevalentemente venduto in copie fisiche.

Il mondo delle software house, tuttavia, non si è fermato e ha dato il via ad una nuova tipologia di acquisto da parte del cliente: l’abbonamento.

Case come Adobe o Microsoft permettono di acquistare alcuni loro software pagando una quota mensile e ottenere sempre aggiornamenti gratuiti oltre ad altri servizi come il cloud inclusi nel prezzo.

Questo sistema fa si che nessuno sia realmente proprietario del software e quindi, mettiamo a seguito della fine della propria attività, fermarsi ad una certa versione e tenere quella per sempre diventa impossibile.

Un esempio potrebbe essere il fotografo che decide di cambiare lavoro o di andare in pensione mantenendo la fotografia come hobby: ora dovrebbe continuare a pagare l’abbonamento o cambiare totalmente programma di post produzione mentre una volta il software lo avrebbe mantenuto essendo di sua proprietà la licenza.

Questo è uno dei tanti casi in cui non è tutto oro ciò che luccica e dove il cambiamento non è sempre positivo.

Bisogna, al netto di questa considerazione, farne di nuove, più estese e generali.

Mi spiego meglio: 12€ al mese li abbiamo più o meno tutti noi appassionati di fotografia con una reflex di fascia almeno media e a tale cifra possiamo avere sia Lightroom che Photoshop in abbonamento con 20GB di cloud incluso. Sul lungo periodo 12€/mese sono una bella cifra ma siamo in regola, non rischiamo problemi con licenze dalla dubbia provenienza o crack che portino virus, gli aggiornamenti possiamo farli senza paura che tutto si blocchi e la crack sparisca. Insomma, per chi questi programmi li usa un minimo è un gran vantaggio!

Altro aspetto da non sottovalutare è che così si eliminano completamente i problemi di salvataggio dei file per la compatibilità con le vecchie edizioni: se tutti (o la maggioranza) ha un abbonamento avrà sempre l’ultima versione e quindi posso salvare il mio lavoro da passare ad un collega o cliente nel formato che ritengo più opportuno senza la paura che non possa leggerlo.

Non è una cosa da sottovalutare!

Anche sul fronte dei contenuti multimediali in campo artistico (musica, film e serie TV) c’è stato un boom sotto questo aspetto, basta pensare a Netflix, Amazon Prime Video, Apple TV+ e Disney+ per film e serie o iTunes, Spotify, Tidal, Amazon Music e Google Music per la musica.

Tutti questi sistemi offrono la possibilità di avere in un abbonamento tutta la produzione musicale o cinematografica a completa disposizione con un catalogo sempre aggiornato.
Certo, il costo è costante (anche se l’abbonamento si può interrompere in ogni momento) ma se ben sfruttati possono far si che alla fine sia più economico che comprare i brani o i film singoli.

Faccio un esempio: se ho una libreria di 20.000 brani su iTunes (non è una cifra assurda, credetemi) a 1,29€ a brano sono 25.800€ mentre per accedere all’intero catalogo di Apple Music (svariati milioni brani) il costo è pari a 9,99€/mese. Per raggiungere il costo di “soli” 20.000 brani servirebbero 2.583 mesi circa, ovvero 215 anni. Se poi si considera che gli abbonamenti si possono condividere e i costi dividere il tempo di pareggio aumenta a dismisura.

Tutto questo pagando gli artisti preferiti per il loro lavoro.

A voi piacerebbe lavorare gratis? A me non molto onestamente!

Vi sono, tuttavia, alcuni software che per concezione non possono (o potrebbero) essere in abbonamento come un sistema operativo o una licenza a vita di un programma (sì, esistono ancora) o un gioco ma ci sono comunque delle valide alternative per risparmiare pur pagando chi ha lavorato per noi.

Ci tengo a fare una piccola precisazione: nel mondo dei videogiochi si stanno diffondendo gli abbonamenti che includono vari titoli per un determinato lasso di tempo a fronte di un abbonamento mensile come per esempio Arcade di Apple o Game Pass per Xbox di Microsoft.

Questa tipologia è interessante per chi, dopo aver terminato un gioco, lo abbandona nel dimenticatoio o lo disinstalla.

Se per ogni gioco giocato, finito e disinstallato si dovesse pagare il prezzo di listino la cifra sarebbe molto alta mentre così si risparmiano moltissimi soldi.

Per chi, invece, vuole possedere comunque la copia del gioco o software e non è interessato al cofanetto fisico (mi riferisco ai collezionisti di videogiochi che comunque possono approfittare degli sconti Amazon e dei suoi competitor) esistono moltissimi siti di keys, ovvero siti dove si possono acquistare giochi e programmi in digitale ottenendo una chiave di licenza da aggiungere al proprio account.

Uno di questi, che ho usato abbastanza, è Instant Gaming ma ce ne sono anche altri come Whokeys e permettono di pagare con carta di credito o PayPal.

Il risparmio derivante dall’uso di questi siti è notevole!
Qualche esempio? Office 2019 Professional l’ho pagato 27€ al posto dei 579€ di listino del sito Microsoft.

Molti penseranno che siano licenze illegali ma non è così, sono i produttori stessi che cedono a questi siti le licenze a prezzi irrisori per combattere la pirateria: è meglio poco che niente.

Nel mio caso ho registrato il mio prodotto, associandolo al mio account, direttamente dal sito di Microsoft.

Altro esempio potrebbe essere Windows 10 Pro la cui chiave di licenza la si può trovare su questi siti a circa 10€ contro i 259€ di listino ed attivarlo dal pannello di controllo del proprio PC.

Dopo tutti questi esempi direi che sarebbe il caso di rispondere alla domanda iniziale in modo più completo: se in passato un qualche senso poteva esserci a scaricare il software o i contenuti illegalmente ora abbiamo, tutti noi e nessuno escluso, la possibilità di avere contenuti e programmi originali con un grandissimo risparmio rispetto ai prezzi di listino e nella piena legalità.

Ora non esistono scuse plausibili.