Come ogni componente o periferica esistente anche i Monitor hanno le loro schede tecniche e per valutarne i pregi e difetti (rapportandoli sempre al prezzo e/o budget) bisogna essere in grado di leggerle.
In queste righe andremo a cercare di spiegare, in modo semplificato, le caratteristiche su cui sarebbe bene focalizzare la propria attenzione.
Nello specifico andremo ad analizzare le seguenti specifiche:
- Tipo di pannello
- Rapporto di aspetto
- Risoluzione nativa
- Contrasto
- Spazio colore
- Tempo di risposta
- Frequenza di aggiornamento
- Angolo di visione
- Trattamento antiriflesso
- Supporto e compatibilità con lo standard VESA
- Interfacce di connessione
Tipo di pannello
Quando si parla di pannelli in ambito informatico possiamo trovare essenzialmente quattro tipologie quali: TN, IPS, VA e OLED.
A meno che il vostro uso sia esclusivamente ludico e vogliate spendere il meno possibile consiglio fortemente di evitare tutti i monitor con un pannello TN preferendo, invece, i VA o, potendo, gli IPS. Discorso particolare per gli OLED che hanno un costo elevato e sono particolarmente indicati esclusivamente a chi vuole usare il proprio computer per un uso prettamente multimediale.
Per un approfondimento vi rimando a questo articolo dove spiego in modo semplice le differenze tra le varie tecnologie.
Rapporto di aspetto
Che si stia valutando un notebook o un monitor per una soluzione desktop il rapporto di aspetto (o aspect ratio) è un parametro fondamentale che può influenzare notevolmente la produttività.
Gli aspect ratio più diffusi attualmente sono 3:2, 16:9, 16:10 e 21:9.
- 3:2 : un rapporto piuttosto raro ed è riscontrabile solo in una ristretta cerchia di ultrabook, notebook, tablet e desktop all in one. Ha dalla sua parte un’elevata porzione di schermo in verticale rispetto alla larghezza e ciò permette di fruire comodamente di contenuti testuali come siti o documenti. Sconsiglio la scelta di questo tipo di monitor nel caso siate assidui fruitori di contenuti video visto che ci saranno bande nere pronunciate che ridurranno l’effettiva diagonale del contenuto visualizzato;
- 16:9 : il classico rapporto usato nelle televisioni. Offre un buon compromesso per tutti gli usi riducendo le bande nere orizzontali limitandole ai contenuti in formato cinematografico;
- 16:10 : rispetto al più canonico 16:9 offre, come è facile dedurre, un aumento del contenuto visualizzabile in verticale. Personalmente lo trovo il formato migliore per un uso desktop, anche se relativamente poco diffuso (principalmente presente su prodotti di fascia medio alta);
- 21:9 sono i monitor definiti ultrawide, una delle mode di questi ultimi anni. Offrono un’ampia superfice orizzontale utile a chi utilizza il computer per montare video, giocare o visualizzare più pagine web o programmi differenti affiancati (per esempio un gestionale e il client di posta elettronica). A parer mio continua ad essere preferibile una soluzione a doppio monitor anche se i costi, tendenzialmente, salgono.
Risoluzione nativa
La voce “risoluzione nativa” riporta quella di progettazione del monitor ovvero quella ottenibile scalando quella software al 100% nelle preferenze del sistema.
Su Windows 10 è possibile variare la percentuale della scala pressoché su qualunque risoluzione disponibile anche se ci potrebbero essere problemi con alcuni programmi non aggiornati. Discorso differente in ambito Mac OS dove ciò è possibile solo dal 4K a salite mentre al di sotto di tale risoluzione vedremo sempre la scala 1 a 1 (ovvero il 100%).
Per esperienza personale consiglio di optare per il Full HD fino ai 24”, dai 25” ai 27” per il 2K (meglio definito come QHD) e solo oltre ai 30” pensare al 4K.
Ciò è molto importante specialmente nel caso usiate un sistema Windows poiché, come detto, potrebbero esserci problemi con la scalabilità delle risoluzioni e, quindi, potreste trovarmi ad avere testi illeggibili qualora la risoluzione risulti troppo elevata rispetto alla diagonale.
Contrasto
Questa voce, nella maggior parte dei casi, viene distinta tra contrasto statico (o nativo) e dinamico.
- Contrasto statico: equivalente a quello nativo del pannello per costruzione;
- Contrasto dinamico: contrasto ottenibile mediante ottimizzazioni a livello elettronico.
Il valore del contrasto viene definito come il rapporto tra la luminosità (in cd/m^2) di un’immagine bianca rispetto ad una nera.
È sempre meglio preferire un contrasto statico (o nativo) elevato visto che quello dinamico viene ottenuto in modo “fittizio”.
Va tenuto a mente che maggiore sarà tale valore e migliore sarà la leggibilità degli elementi a monitor visto che vi sarà maggior stacco tra di essi.
Spazio colore
Lo spazio colore è il riferimento alla capacità del monitor di visualizzare più o meno tonalità.
Maggiore sarà la copertura dello spazio colore (sRGB, Adobe RGB, P3 sono quelli più diffusi) e maggiore sarà il numero di colori visibili a monitor.
Personalmente consiglio di valutare monitor con una copertura quantomeno prossima al 100% dello standard sRGB anche qualora l’uso del computer non sia specifico per l’elaborazione di fotografie o video.
Se la priorità, invece, è quella di lavorare con le immagini puntare alla copertura più alta possibile dell’Adobe RGB è una via obbligata, meglio ancora se si sceglie un prodotto che supporta anche lo spazio colore P3.
Ovviamente maggiori saranno i colori (e quindi le sfumature) supportati dal monitor, maggiore sarà il prezzo di listino.
Tempo di risposta
Si tratta di un parametro spesso sottovalutato da tutti coloro che non sfruttano il computer per giocare ma che risulta importante un po’ in ogni ambito di utilizzo.
Minore sarà questo valore e minore sarà l’effetto ghosting, ovvero l’immagine risulterà più definita anche se in rapido movimento (per esempio una gara automobilistica).
Attenzione: spesso e volentieri il dato dichiarato è riferito al tempo in cui un pixel varia il colore visualizzato su una scala di grigi e non la velocità con cui il pannello riesce effettivamente a ricevere l’input.
In questo caso è opportuno ricercare analisi tecniche del prodotto specifico per ottenere il valore reale.
Frequenza di aggiornamento
Spesso e volentieri questa voce viene denominata, in inglese, refresh rate e si riferisce al numero di frame che il monitor riesce a visualizzare in un secondo.
Per comprendere al meglio l’importanza di questo valore proviamo ad analizzare un caso pratico:
poniamo caso di avere un normale monitor a 60Hz e un computer che genera 30 fotogrammi al secondo.
Se il numero di fotogrammi generati è inferiore al refresh rate del monitor (in questo caso 30<60) non ci saranno problemi nel visualizzare correttamente l’immagine.
Qualora, invece, il monitor abbia un refresh rate inferiore al numero di fotogrammi generati dalla GPU del computer potremmo ottenere immagini distorte date, ad esempio, dalla sovrapposizione di due fotogrammi nello stesso istante.
Tale fenomeno prende il nome di tearing.
Per ovviare a tale problematica le aziende hanno introdotto dei sistemi di sincronizzazione verticale delle immagini (come il V-Sync o il G-Sync) ottenendo quindi una corrispondenza tra il frame generato dalla GPU e quello effettivamente visualizzato a schermo.
Se non state valutando un monitor da gaming potete tranquillamente rimanere ad un refresh rate di 60Hz anche perché trovare frequenze superiori su pannelli di elevata qualità, magari professionale, è estremamente difficile (se non impossibile) e quasi inutile vista la differente destinazione di utilizzo del prodotto.
Angolo di visione
L’importanza dell’angolo di visione dipende molto dall’uso che intendiamo fare del monitor ed è strettamente collegato alla tecnologia del pannello.
In ogni caso è sempre meglio puntare ad un prodotto con un angolo di visione il più ampio possibile.
Trattamento antiriflesso
Un pannello lucido, magari coperto da un elegante vetro, può essere molto bello esteticamente ma, al contempo, può generare fastidiosi riflessi che ne pregiudicano la visione affaticando anche la vista.
Un buon trattamento antiriflesso è molto importante per una buona leggibilità: potrete scegliere il miglior pannello del mondo ma tutto sarà vano se i riflessi saranno troppi.
Supporto e compatibilità con lo standard VESA
Optare sempre, qualora sia possibile, per un monitor con un supporto regolabile in altezza o, almeno, in inclinazione: la posizione corretta seduti alla scrivania vale più della qualità d’immagine a mio avviso.
Da valutare, in particolare qualora non sia possibile scegliere un monitor con supporto regolabile, una staffa da montare in fondo alla scrivania in modo da poter variare l’altezza e, contemporaneamente, liberare spazio: attenzione quindi alla presenza dei fori per i supporti VESA.
Interfacce di connessione
Avete trovato il miglior monitor per le vostre esigenze ma siete sicuri di poterlo collegare al vostro computer? Controllare le porte è molto importante anche in ottica futura visto che, in genere, il monitor viene cambiato meno rispetto al computer.
Se possibile, a parer mio, prediligete soluzioni dotati di porte USB in modo da poter usare il monitor come hub per tastiera, mouse pendrive senza dover vedere cavi in giro per la scrivania (o sotto di essa) o dovervi chinare per raggiungere le porte del vostro computer (in particolare in caso di una soluzione desktop).
Le porte video, in ogni caso, che non devono mai mancare sono: HDMI (possibilmente 2.0), DVI e, se riuscite a trovarne uno che rientri nel budget, anche USB-C o Thunderbolt 3 in ottica futura.