Quanto conta l’ecosistema?

La quasi totalità di chi utilizza dei mezzi informatici per lavoro possiede più dispositivi, sia personali che legati alla propria attività, e spesso e volentieri necessita di accedere a documenti e funzioni da qualunque di essi in breve tempo.

Vi sono vari modi per fare ciò, ad esempio si potrebbe utilizzare un hard disk o una pendrive da connettere allo smartphone, al tablet e al computer in cui archiviare i documenti più importanti ma questa strategia comporterebbe il dover selezionare cosa archiviare sul supporto, portarlo sempre con sé e sperare che non si rompa o venga rubato.

In questi casi l’ecosistema che si crea intorno ai dispositivi risulta fondamentale per ovviare a tutte queste problematiche, delegando al cloud l’archiviazione e salvando in locale solo una copia di quanto è strettamente necessario che si tratti di documenti, foto o software.

Le strade da percorrere sono molteplici: si può creare un server da tenere a casa o in ufficio a cui accedere da remoto, utilizzare i vari cloud delle singole applicazioni o un cloud unico facendo salvare in automatico ai programmi i dati su di esso.

Ogni via ha dei pro e dei contro.

Il primo caso, quello del server personale, richiede di sostenere dei costi più o meno elevati e delle conoscenze informatiche superiori alla media (salvo pagare un tecnico per configurarlo o risolvere gli eventuali problemi) rendendo l’opzione interessante solo prevalentemente per medie o grandi aziende.

La seconda opzione ha come pro la sicura compatibilità tra i vari sistemi operativi ma comporta il pagamento di un abbonamento legato ad ogni software usato che, nel caso siano molti o si necessiti di archiviare molti dati, potrebbe risultare antieconomico.

La terza ed ultima via è quella che ha intrapreso anni fa Apple con iCloud permettendo la perfetta integrazione tra tutti i suoi dispositivi e fidelizzando i propri clienti.

Apple, oltre alla condivisione dei dati tra i dispositivi, permette la creazione di una interconnessione pressoché totale tra di essi superando ogni possibilità offerta dai concorrenti.

Volete degli esempi? Se ricevete una chiamata sul vostro iPhone e siete vicini al vostro Mac riceverete la notifica direttamente sul computer e potrete rispondere da esso senza dovervi distogliere dal lavoro, se un cliente vi manda su Whatsapp o Telegram un link potete aprilo con Safari e automaticamente apparirà un’icona vicino al dock relativa al programma e, facendo un semplice click, aprirete il sito sul vostro computer.

Sono solo due esempi delle moltissime possibilità offerte da Cupertino, funzioni che, ad onor del vero, si possono ritrovare in molti altri programmi di terze parti anche nel mondo Windows o Linux a patto di utilizzare gli stessi applicativi anche sugli smartphone e tablet.

La vera forza di Apple è questa: l’utente deve fare davvero pochi passaggi per ottenere la perfetta e totale integrazione tra i vari terminali usati semplicemente grazie al proprio Apple ID.

Questa è la vera e propria killer feature della mela morsicata che sbaraglia la concorrenza ed è possibile a tale livello solo perché l’hardware ed il software vengono progettati ed integrati dalla medesima azienda.

È vero, la concorrenza ci sta provando a creare un ecosistema concorrente ma rimangono i problemi delle personalizzazioni proprietarie dei vari OEM come nel caso di Android dove le opzioni, per esempio, di backup vengono raddoppiate aggiungendo a quelle integrate nell’OS le versioni di chi vende il dispositivo (Samsung, LG, etc.) e il motivo è presto detto: i servizi sono una grande voce di fatturato per le aziende e lasciarla in mano al produttore del sistema operativo o alla concorrenza risulterebbe deleterio per i bilanci a lungo termine.

In definitiva per chi vuole un ecosistema ben integrato e coeso tra i vari dispositivi ha due strade (nel mondo consumer) ovvero scegliere di abbracciare la filosofia Apple oppure creare da se la propria interconnessione usando i servizi offerti dalle varie software house.

Non esiste un approccio corretto ed uno sbagliato, sono entrambi validi con pro e contro differenti: per Apple il pro è la semplicità e l’estensione agli accessori, il contro la difficoltà di slegarsi mentre per Windows e Android il contro principale è la non completa integrazione ma al contempo viene controbilanciata tale mancanza dalla possibilità di scelta estremamente variegata.

Personalmente ho scelto di sposare entrambe le filosofie e se per la semplicità propendo decisamente per Apple la flessibilità sposta verso la concorrenza l’ago della bilancia.

Potremmo dire che mi posiziono nel mezzo tra i due schieramenti traendo i massimi benefici da entrambi.

E voi cosa ne pensate degli ecosistemi informatici a livello consumer e quale o quali usate?